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Spegni e cucina! La cottura passiva.

Con la crisi energetica in atto, ogni accorgimento o “trucco” può rivelarsi interessante per un consumo consapevole dell’elettricità e del gas.
Vogliamo parlarvi della cottura a fuoco spento, chiamata anche “cottura passiva”, utilizzato da molti chef stellati, ma ancora sconosciuta e riportata alla ribalta grazie a Bressanini, il chimico famoso per le sue clip sulla scienza in cucina.

Come funziona?
La cottura della pasta si basa sulla denaturazione delle proteine e sulla trasformazione dei nutrienti; questi due fenomeni avvengono tutti al sotto dei 100° ma comunque al di sopra degli 80°.
Ovvero la pasta cuoce già a 80°!
L’idea è quella di portare l’acqua a 100° e poi spegnere il fuoco: la pasta cuocerà correttamente a patto che la temperatura non scenda mai sotto gli 80°.

Come facciamo a preservare il calore per tutto il tempo di cottura?
Favorendo “l’inerzia termica” dell’acqua! Una pentola d’acciaio a fondo spesso è meglio di una in alluminio per mantenere il calore, ed è di fondamentale importanza la presenza di un coperchio che crei una chiusura ermetica, quindi poco dispersiva.

Vediamo quindi quali sono le regole per sperimentare la cottura passiva.

LE REGOLE DELLA COTTURA PASSIVA:
* acqua in pentola! (circa 1 litro per 100 gr / 150gr di pasta max)
* Accendere il fuoco e coprire subito la pentola per accelerare il riscaldamento dell’acqua
* alle prime bollicine sul fondo (indice dei 90° raggiunti) buttare la pasta, salare e mescolare brevemente affinché non si incolli
* attendere l’ebollizione, abbassare la potenza, mescolare nuovamente e coprire
* calcolare i tempi di cottura previsti sulla confezione
* Non spegnere il fuoco subito ma attendere circa 1 min. per ridurre il rischio che la temperatura scenda sotto gli 80°

Vale la pena provare, non credete?

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Sogni un Caldo Bagno? Costi e Consumi Medi di un termoventilatore

Con il freddo pungente delle mattine dei primi mesi dell’anno, è desiderio comune svegliarsi e ritrovarsi in un bagno caldo e accogliente.

La soluzione più gettonata è l’utilizzo di termoventilatore da bagno.

Il termoventilatore da bagno è un’ottima soluzione per ambienti piccoli, data la velocità con cui riscalda l’ambiente di una stanza, riducendo la necessità di accendere il riscaldamento generale di casa.

Indispensabile, quando al mattino si utilizza il bagno e velocemente ci si fa la doccia, o ci si prepara per uscire di casa.
Bisogna ricordare che ha un costo energetico alto per cui va utilizzato con parsimonia.
Quale potenza scegliere per il nostro termoventilatore?
Per scoprirlo basta un semplice calcolo: moltiplicate la cubatura del vostro bagno, per il coefficiente di coibentazione dell’ appartamento.

Scopriamo qualcosa di più circa il coefficiente di coibentazione!
Una casa ben coibentata e isolata, solitamente ha un valore molto basso, compreso tra 0,3 e 0,6 mentre le case meno isolate avranno valori compresi tra 1 e 2 e per le case moderne sarà difficile superare questi valori.
La fascia superiore è tipica invece di vecchie case in legno, container e prefabbricati in lamiera.

Facciamo un esempio:
⁃ bagno di 11 mq
⁃ altezza bagno 3 metri
⁃ coefficiente di coibentazione 0,2
11 x 3 x 0.2 = 6,6
  _________

Se moltiplichiamo questo numero per 100, otterremo il Wattaggio ideale = 660W
Per evitare inutili sprechi adesso sapete cosa acquistare!

Ma quanto può arrivare a costare un’ora con un termoventilatore da 2000W acceso, impostato alla massima potenza?
Semplice: 2kWh * prezzo al kWh del nostro gestore.
Supponiamo un costo di 0,25 cent kWh, avremo: 2kWh * 0,25 €/h = 0,50€.
Un’ora al giorno avrebbe un costo mensile di circa €15

Noi di Elettrica speriamo che i nostri consigli facciano luce su questo elettrodomestico e vi aiutino a consumare meno e risparmiare di più!

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Cottura a induzione: l’alternativa al gas, economica e veloce

Dopo le maratone ai fornelli delle festività a molti sarà capitato di sognare una cucina super moderna e tecnologica.

Noi di Elettrica sappiamo che sebbene esistano diversi sistemi di cottura elettrici, la tecnologia dei piani cottura a induzione è quella più moderna.

Nei piani a induzione il calore viene prodotto tramite un campo magnetico, generato da bobine alimentate dell’elettricità, trasferendosi direttamente alle pentole.
Le pentole devono avere uno strato inferiore ferroso, per attivare il campo magnetico del piano. Non sono pentole speciali, anzi è sorprendente scoprire quante delle pentole comunemente utilizzate siano in realtà già compatibili con l’induzione verificando il magnetismo del fondo con una calamita.
Proprio come una calamita il calore abbraccia la pentola senza disperdersi!

Pensate che una cucina tradizionale a gas ha un rendimento tra il 40 ed il 55% a causa dell’elevata dispersione termica della fiamma mentre un piano cottura a induzione ha un rendimento di ben il 90%.

Ad esempio, un piano a induzione per avere una potenza termica da trasmettere al cibo di 1,1 kW, consumerà 1,2 kW di energia elettrica, mentre un fornello a gas circa 2,0 kW in combustibile.

La vera chiave per comprende i vantaggi dell’induzione è il fattore “tempo”: grazie alla scarsissima dispersione raggiunge risultati di ebollizione e cottura in tempi brevissimi, con conseguente vantaggio economico (e umano).
Nella convenienza in termini umani e quindi nell’ottimizzazione dei ritmi di vita personali, figura inoltre la “pulizia”, semplice e rapida della vetroceramica dei piani a induzione.

Una scelta intelligente, che ha il potenziale per sostituirsi totalmente al gas in tutte le case, magari anche con l’aiuto green del fotovoltaico!

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Termosifoni: trucchi e informazioni per raffreddare la bolletta

Nonostante questo inverno non si stia rivelando particolarmente rigido, è bene prepararsi all’arrivo di temperature più fredde, riscaldando con intelligenza le abitazioni.

Tema attualissimo è quello dell’𝗮𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗮𝗱 𝗘𝗡𝗘𝗥𝗚𝗜𝗔 𝗲 𝗚𝗔𝗦, quest’ultimo fondamentale per alimentare i CALORIFERI.

Un utilizzo intelligente dei caloriferi quindi, può incidere sulla qualità dell’aria, sulla tutela dell’ambiente e soprattutto sulle nostre tasche.

𝗠𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝘀𝗮𝗿𝗹𝗶 𝗮𝗹 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼, 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗹𝗶 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗲… 𝗙𝗔𝗖𝗖𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗟𝗨𝗖𝗘!

Molti non sanno che, a seconda della zona climatica, vi sono precise leggi che regolano l’utilizzo della caldaia.
L’Italia è suddivisa in sei zone climatiche, dalla A alla F con le relative disposizioni da seguire.
  • Il 𝗦𝘂𝗱 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮, ad esempio, appartiene alla fascia climatica B, dove è possibile attivare i caloriferi dal 1 Dicembre al 31 Marzo, per non più di otto ore giornaliere.
  • Il 𝗧𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼-𝗔𝗹𝘁𝗼 𝗔𝗱𝗶𝗴𝗲 invece, appartiene alla zona F e non ha alcuna limitazione d’utilizzo,
  • mentre 𝗘𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮-𝗥𝗼𝗺𝗮𝗴𝗻𝗮 e 𝗟𝗼𝗺𝗯𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮, appartengono alla zona E, che permette l’accensione dei caloriferi fino a 14 ore al giorno dal 15 Ottobre al 15 Aprile.
Ad ogni modo, la temperatura massima all’interno delle abitazioni, negozi, uffici e scuole, non dovrebbe mai superare i 20°C, (con una tolleranza di 2 gradi), mentre nelle attività industriali e non dovrebbe andare oltre i 18°C

Fondamentale, per un utilizzo corretto ed un risparmio energetico è invece 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗻𝘂𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲!

Occorre innanzitutto spurgare i caloriferi prima della riaccensione invernale.
Pulire i termosifoni con prodotti ad hoc per eliminare sporco e residui depositati tra gli interstizi ed isolare in modo adeguato la casa , in maniera tale da non disperdere inutilmente il calore accumulato.

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Elettrodomestici: come cambiano le etichette?

Quale occasione migliore del Black Friday per rinnovare gli elettrodomestici di casa?

Per chi in questi giorni sta esplorando i negozi di elettronica in cerca di buoni affari e di prodotti a basso consumo sarà saltato agli occhi un cambiamento nelle etichette energetiche esposte.

L’etichetta energetica dell’UE supporta i consumatori nella ricerca e nella selezione di prodotti ad alta efficienza energetica da oltre 25 anni. Ultimamente (per la precisione a partire dal 1° marzo 2021) l’Unione Europea ha rimodulato e ottimizzato l’etichetta energetica in base alle esigenze degli utenti.

Troviamo un QR-Code come link diretto al database della Commissione europea, una scala basata sulle classi da A a G, Il consumo energetico dei prodotti mostrato in un modo evidente nella sezione centrale dell’etichetta e infine nella parte inferiore dell’etichetta vari pittogrammi indicanti le caratteristiche del prodotto.

Quindi?

Oggi, non troveremo più le classi A+, A++ e A+++ ma solo le classi dalla G (peggiore) alla A (migliore); le classi più elevate al momento saranno semi vuote perché richiedono parametri di altissimo livello, che ancora praticamente nessun elettrodomestico possiede!
Occhio quindi soprattutto all’indicazione del consumo specifico per individuare il risparmio energetico, in quanto la classe A+ di ieri, oggi equivale alla G, mentre la classe A++ equivale alla F attuale e così via discorrendo.

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